Oggi parliamo di Cronache dei mondi connessi, di Alessandro Bolzani. Ringrazio con tutto il cuore l’autore e PAV edizioni per avermi fornito una copia digitale del romanzo. Ci troviamo davanti a un portal fantasy, quel sottogenere del fantasy in cui in cui i personaggi viaggiano dalla loro realtà a un mondo diverso attraverso un portale. Purtroppo è un genere un po’ bistrattato, ma sono convinta che l’autore abbia fatto un ottimo lavoro.
Faccio una piccola premessa prima di iniziare la recensione: il romanzo è un po’ fuori dal target che trattiamo di solito. Nonostante sia indicata come età di riferimento la fascia da 15 anni in su, io trovo che sia più adatto a ragazzi più piccoli, magari dai 10-11 anni. Penso che se lo avessi letto a quell’età l’avrei sicuramente adorato e l’ho trovato proprio indirizzato a un pubblico più giovane.
Fatte le dovute premesse iniziamo con la recensione!
La trama in breve
Il protagonista è Giacomo, un ragazzo di 16 anni che, dopo il divorzio dei suoi genitori, è costretto a traslocare da Milano a un paesino della provincia, Quercia Alta. Come potete immaginare il trasloco non è facile e Giacomo si ritrova in una scuola nuova, senza amici, circondato da persone che non conosce. Affrontare il divorzio è per lui molto difficile, anche perché il nostro protagonista è consapevole del tradimento che ha portato i suoi genitori a separarsi.
Il grande parco di Quercia Alta diventa un rifugio per Giacomo, che ha anche l’occasione di conoscere l’anziano guardiano Erminio, con cui stringe subito una solida amicizia.
La trama prende una svolta inaspettata quando, all’interno del parco, Giacomo si imbatte in una creatura magica: un unicorno in grado di emettere luce. E questa creatura è proprio la stessa che Giacomo ha visto in un sogno poco prima di arrivare a Quercia Alta.
Un portal fantasy con i fiocchi
Vi avevo anticipato che questo libro è un portal fantasy, e adesso vi spiego perché.
I parchi, infatti, sono un elemento molto importante in questo romanzo e fungono da portali verso altri mondi. Il nostro protagonista Giacomo scopre molto presto di avere le potenzialità per diventare un guardiano dei parchi, grazie alla sua capacità di vedere le creature magiche.
I guardiani dei parchi sono persone speciali che si occupano di proteggere i portali e gestire gli incontri fra le creature magiche e gli esseri umani. Ovviamente gli esseri umani non sanno e non devono sapere dell’esistenza delle creature magiche! Inoltre, i guardiani dei parchi sanno spesso utilizzare la magia. Giacomo è subito affascinato da questa nuova realtà e decide di diventare un guardiano dei parchi, unendosi all’Ordine dei Guardiani.
Come dicevo, penso che il portal fantasy sia un genere un po’ bistrattato, però credo che Alessandro Bolzani sia riuscito a fare un bel lavoro, dedicando molti capitoli del libro a presentarci i diversi personaggi che arrivano dalle dimensioni del multiverso. In alcuni capitoli, invece, il nostro protagonista si avventura in alcune di queste dimensioni, che ho trovato molto interessanti e fantasiose. L’autore è stato bravissimo a evocare il sense of wonder, utilizzando alcuni dei tropi più comuni nel fantasy, come gli elfi, e rivisitandoli.
Anche il finale rimane sorprendente rispetto ai canoni del portal fantasy: Giacomo infatti non abbandona la sua dimensione del tutto, ma decide di rimanere per risolvere i problemi familiari che lo hanno portato a Quercia Alta.
L’addestramento
La prima parte del libro è dedicata all’addestramento di Giacomo e ci permette di conoscere meglio l’Ordine dei Guardiani, la magia e i vari ospiti che fanno visita al parco. Alcuni degli ospiti sono molto bizzarri ed è anche per questo che trovo che il libro sia più adatto a un pubblico giovane. D’altra parte è stato molto divertente leggere di tutti i personaggi che varcavano il portale: in ogni capitolo ce n’era uno diverso e non sapevo che cosa aspettarmi.
Inoltre ci sono diverse sequenze di addestramento in cui Erminio insegna a Giacomo a utilizzare la magia e a tirare fuori la sua arma. Questa è la mia opinione personale, ma io non sono affatto una fan delle sequenze di addestramento. Se a voi piace questo trope, vi dico che andate sul sicuro. Io ho trovato questa parte un po’ lenta, e forse avrei preferito che ci fossero meno sequenze di addestramento.
La trama si movimenta
A un certo punto Giacomo si ritrova da solo a dover gestire il suo ruolo di guardiano del parco di Quercia Alta. E da qui la storia inizia a movimentarsi per davvero, anche perché veniamo a sapere che ci sono delle fughe dalla prigione di massima sicurezza, omicidi, rapimenti… Insomma, proprio quando Giacomo rimane da solo iniziano a succedere cose strane un po’ in tutto il multiverso.
Ad aiutarlo vengono inviati altri tre guardiani: la mia opinione è che questi tre personaggi inizialmente fossero un po’ anonimi, che mancassero di caratterizzazione. Da una parte ho notato lo sforzo dell’autore per renderli vivi, dall’altra non mi hanno colpita in maniera particolare e non è stato facile legarmi a loro. Arrivata a questo punto della storia, ero già molto legata al protagonista Giacomo. Con il passare dei capitoli sono riuscita a empatizzare anche con i tre nuovi guardiani.
Qualche nota sullo stile e conclusioni
La struttura del romanzo è ben organizzata e lo stile mi è piaciuto molto: Alessandro Bolzani scrive davvero bene e questa cosa l’ho apprezzata tantissimo! Infatti, i capitoli scorrono che è un piacere e ho letto il libro in meno di una settimana, nonostante sia abbastanza lungo: più di cinquecento pagine!
Per concludere, è un ottimo libro che consiglierei a un pubblico più giovane, ma che è adatto a tutte le età. Voi l’avete letto?
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